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Pane alla segale a lievitazione naturale. B.P.

 Tutte le lettere dell’alfabeto
 hanno un suono vivace e lieto
tranne l’Acca che, come si sa,
 un suono proprio non ce l’ha.
Ci sono lettere importanti:
l’A che a tutte sta davanti,
del suo primato è molto orgogliosa
e porta sempre la Maglia rosa;
la Zeta, con cui si scrive «zero»,
 è più temuta dell’Uomo Nero.
Ci sono lettere buone e care
come la G del verbo giocare.
Certe lettere vanno in coppia,
e la T spesso si raddoppia…
Ma la coppia più speciale,
famosa su scala internazionale,
è quella che vedete qui:
una B. con una P.
B.P.… Che vuol dire? Pensateci un po’:
forse Buon Pranzo… forse Buon Pro…
Oppure… Buona Passeggiata?
Trovate da soli la … Bella Pensata.
 [B.P. – Gianni Rodari]
 
La sigla B.P. in testa fissata…
…una Bella Pensata da me l’ho trovata!
E con questo Bel Pane sapete che fo’?
Un ghiotto spuntino a pappar me ne vo’!

L’ultimo pane sfornato non aveva avuto destino felice, come la dolce produzione di un intero week end. Il vecchio forno, dopo scherzetti vari giocati qua e là, da qualche settimana ha deciso di lasciarmi definitivamente a piedi.
E il suo “canto del cigno” (poco canto e molto scempio!) ve lo avevo raccontato qui!
Ma per un forno che va, ce n’è uno che viene. Pensavate che potessi restare “digiuna” per molto? NO davvero!
Il nuovo arrivato è stato subito messo alla prova e quale ricetta migliore per testare la (tanto) sognata “funzione pizza” di un bel pane rustico e saporito a cui facevo la corte da tempo?
Ho sempre avuto un po’ di timore ad usare la farina di segale per i lievitati, soprattutto paura dell’effetto “mattone” tipico di certi pani del Nord Europa.
Ma questa ricetta, a naso, prometteva bene e il fiuto, ancora una volta, non mi ha tradita.
Sono rimasta sorpresa ed entusiasta del risultato, un pane rustico ma dalla mollica morbida e soffice quasi al pari di questa che è riuscito a tentare anche il “grande capo papy” senza troppe indagini inquisitorie!
O sarà forse stata la fetta di prosciutto ad operare il miracolo?!?!?!
Rimarrò in eterno con questo amletico dubbio ma una cosa è certa: il nuovo forno ha passato brillantemente la prova.
E il pane non ha visto l’alba del giorno dopo!

[ricetta liberamente adattata da “La pasta madre” di A.Scialdone]

Pane alla segale
Tempo di preparazione       30 minuti
Tempo di cottura              1 ora
Tempo passivo                 18 ore
Porzioni                           8-10 persone

Ingredienti per un filone da circa 700 gr
per il poolish
140 gr di licoli attivo, rinfrescato un paio di volte
100 gr di farina manitoba
100 gr di acqua
per l’impasto finale
tutto il poolish
250 gr di farina di segale integrale
250 gr di farina 0
80 gr di farina manitoba
275 gr di acqua
14 gr di sale

Procedimento
1. La sera prima mettere in “ammollo” in una ciotola la farina di segale versandovi sopra l’acqua (275 gr) a 50°C.
2. Mescolare bene, coprire con pellicola e lasciar riposare tutta la notte (10-12 ore) a temperatura ambiente.
3. Preparare anche il poolish sciogliendo in una ciotola licoli con l’acqua, aggiungendo la farina e mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo.
4. Coprire con pellicola e lasciar lievitare a temperatura ambiente fino a che sarà circa triplicato di volume e la superficie coperta di bolle. A me sono servite 6 ore scarse, regolarsi in base alla forza del proprio lievito.
5. Al mattino, trasferire il poolish nella ciotola dell’impastatrice (volendo, si può impastare anche a mano), aggiungere la farina 0 e la manitoba setacciate insieme e cominciare a mescolare. Aggiungere la farina di segale messa in ammollo la sera prima e quando sarà stata bel amalgamata se non ci saranno più striature bianche, unire il sale.
6. Lavorare energicamente l’impasto per circa 15 minuti, fino a che sarà liscio e omogeneo, formare una palla, coprire con pellicola e lasciar lievitare per 3 ore lontano da correnti d’aria.
7. Rovesciare l’impasto sulla spianatoia, sgonfiarlo, allargarlo delicatamente con le mani formando una specie di rettangolo e procedere con una serie di pieghe tipo 1. Coprire e lasciar riposare per un’ora.
8. Riprendere l’impasto e formare un filone grande (o 2 piccoli spezzando l’impasto in due), trasferirlo sulla placca foderata di carta forno e infarinata, coprire con pellicola e lasciar lievitare per altre 3 ore (a me sono servite 2 ore e mezza).
9. Trascorso il tempo di lievitazione praticare sulla superficie 3 tagli obliqui nel senso della lunghezza con una lametta e infornare a 250°C con vapore per i primi 10 minuti; abbassare la temperatura a 200°C e proseguire la cottura per altri 45-50 minuti (35-40 minuti se si è scelto di fare 2 filoni più piccoli).
10. Lasciar raffreddare completamente nel forno spento appoggiandolo in verticale contro la parete del forno stesso così da mantenere la crosta croccante.

Note
* Per rinfreschi del licoli ho fatto cosi:
I pseudo-rinfresco: 30 gr licoli + 20 gr farina manitoba + 20 gr acqua
II pseudo-rinfresco: I ps-rinfr. + 40 gr farina manitoba + 40 gr acqua
* Per la versione con lievito madre solido, preparare il poolish con 100 gr di LM rinfrescato + 100 gr farina manitoba + 135 gr di acqua e proseguire poi come da ricetta.

B.P. come Briciole Positive, quelle che voglio impegnarmi a raccogliere, giorno dopo giorno, anche se so che non sarà facile.
Scusate se sono sparita senza una parola nell’ultima settimana.
Non è stata una latitanza programmata ma ho sentito di doverla a me stessa. E probabilmente, causa di forza maggiore, continuerà ancora per un po’ .
Sono sicura che mi capirete!
E per tutto il calore e l’affetto che siete riusciti a farmi arrivare attraverso queste pagine, mail e messaggi…GRAZIE, infinitamente grazie con tutto il cuore.

Un abbraccio e Buon Pane a tutti ^_^

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FedericaDM:
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