Bavette al finocchietto selvatico con triglie e zafferano. Chi tardi arriva…

…male alloggia. Così almeno recita il detto. 
Ma qui invece se tardi arrivi il pranzo sloggia!
Tutto è cominciato poco più di un mese fa, per la serie “detto-fatto”! 
Può succedere che uno sciopero imprevisto degli autobus ti costringa a montare in sella al cavallo di San Francesco per rientrare al lavoro dopo essere uscita per una visita di controllo e nel mentre sfoderi tutta una serie di “adorabili” improperi contro la sfiga degni di uno scaricatore di porto, accade che proprio grazie a quel contrattempo ti imbatti in una distesa di finocchietto selvatico proprio dove non ti saresti mai immaginata. 
E la mente corre subito a quella ricetta di mamma sempre rimandata per mancanza dell’ingrediente protagonista. 
Finalmente potresti farla per la cavia, chissà come sarebbe contenta…
Già, ma il tempo passa e la raccolta del finocchietto viene rimandata giorno dopo giorno fino a che, DECISO…a ferragosto sarà bottino! 
La mattina fatidica esco di casa con tanto di busta e forbici alla mano, rigorosamente sottratte alle grinfie della talpa, immaginandomi già di tornare indietro sommersa di barbe profumate e invece, ahimè, di quella distesa verde neanche l’ombra, soppiantata da una miriade di capocchie gialle! 
Dal quel dì il finocchietto se n’era andato tutto in fiore lasciandomi con un bel palmo di naso! 
Delusione…rabbia…panico…che diamine avrei cucinato a pranzo? 
Gli improvvisi cambi di programma mi lasciano sempre spiazzata ma io di cambiare programma proprio non ne avevo voglia. 
Ero già rassegnata all’idea di ripiegare sui semi di finocchio quando, tornando indietro dall’altro lato della strada, scorgo una piccola piantina “superstite” che sembrava fosse rimasta lì giusto ad aspettare il mio passaggio. 
Deo gratias
Il programma pranzo era salvo come da copione, ma la prossima volta imparo a trastullarmi tanto! 
Quella che vi propongo oggi non è che una variante della più famosa pasta con le sarde e finocchietto, in cui al pesce azzurro ho sostituito dei gustosi filetti di triglia per un primo piatto dall’abbinamento un po’ insolito ma dal gusto delicato che sono certa conquisterà anche i palati più esigenti. 
Non a caso, prima della cavia, ha fatto capitolare anche il mio babbo che in quanto a gusti difficili…sorvoliamo che è meglio! 
Unico neo…un po’ di pazienza nell’eliminare le spine di cui le triglie abbondano, una piccola “fatica” che sarà ampiamente ricompensata. 
Parola di Calimero!

BAVETTE AL FINOCCHIETTO SELVATICO CON TRIGLIE E ZAFFERANO
Tempo di preparazione       40 minuti
Tempo di cottura              20 minuti
Tempo passivo                 –
Porzioni                           4 persone 

Ingredienti per4 persone
320 gr di bavette larghe o tagliatelle
• 400 gr di filetti di triglia (possibilmente di scoglio)
• 1 mazzetto di finocchietto selvatico
• 1 cipollotto fresco
• 2 bustine di zafferano
• uva passa q.b.
• pinoli q.b .
• olio evo
• sale
• peperoncino

Procedimento
1. Sbollentare i finocchietti in acqua bollente salata per circa 3 minuti, quindi scolarli, lasciarli intiepidire e tritarli grossolanamente.
2. Far rinvenire l’uvetta in acqua tiepida, sgocciolarla e strizzarla.
3. Far tostare i pinoli in una padella senza condimento e tenerli da parte.
4. Tritare finemente il cipollotto e lasciarlo appassire in una larga padella con 3 cucchiai di olio. Unire i filetti di triglia tagliati a losanghe, lasciarli cuocere per un paio di minuti, quindi unire l’uvetta, il finocchietto, 4-5 cucchiai di acqua calda, in cui sarà stata sciolta mezza bustina di zafferano, e lasciare che il fondo si restringa, mantenendo su fiamma media.
5. Regolare di sale e insaporire con una punta di peperoncino.
6. Lessare la pasta in acqua bollente salata con una bustina e mezza di zafferano, scolarla al dente, trasferirla nella padella con il condimento, unire i pinoli e lasciar insaporire il tutto qualche istante prima di servire.

Note
Al posto del finocchietto selvatico si possono usare dei semi di finocchio pestati per aromatizzare il condimento a base di pesce. Non sarà esattamente lo stesso ma il primo risulterà altrettanto gustoso e profumato, con il vantaggio di poterlo preparare in qualunque stagione.


Questa ricetta partecipa al contest di Prezzemolino “Un pugno di pasta” 

e al contest di Roberta “Pelagos & Kitchen

Un abbraccio e buona settimana a tutti.

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76 commenti

  1. Fede tesoro tra post e ricetta da te ci si diverte sempre!!!Una bellisisma variante questa e poi profuma di mare e monti che invita subito all'assaggio!!Un mega bacione e tvbbbbbbbbbbb sempre!!!!!
    Imma

  2. Ciao Fede!!!!!!!
    Che bella questa ricetta per palati esigenti!!
    Copio subito, mi armerò di pazienza e di pinzetta e proverò presto a riproporre il tuo piatto.
    Anch'io preferisco le trigliette alle sarde!!!
    Un bacione grandissimo e una stupenda settimana anche a te!!!!!

  3. Buonissimo questo primo Fede!!!E se cavia e papà hanno approvato(non è lui che non sopporta la rucola?!) non mi resta che provare fiduciosa…Certo che però le spine delle triglie…Andrà a finire che io vado sulle classiche sarde che con pinoli e uvetta dovrebbero andare moooolto d'accordo!!!Un bacione e buona giornata, anzi buon pranzo visto che ormai ci siamo quasi ;-)!

  4. io adoro il finocchietto selvatico,in primavera l'ho raccolto diverse volte ed è sempre finito nella pasta con le alici!! mi piace molto però la tua idea, vorrei provarla ma qui ormai è tutto in fiore.. sarebbe bello trovare una piantina superstite 😉 un abbraccio, a presto

  5. guarda ne so anche io qualcosa, a volte aspetti a fare una cosa finchè non ti rimane più niente e salti il pranzo o quasi.la fatica poi per pulire le triglie è ampiamente compensata dal risultato di sicuro!

  6. Ciao! che pasta originalissima! eh..un piatto non proprio pe rnoi perchè non amiamo le triglie, ma ci piacciono i colori e l'abbianmento di sapori diversi e comunque forti!
    bacioni e buon inizio settimana

  7. Sarà che le triglie mi piacciono tanto, ma mi piace moltissimo la tua variante.
    L'aspetto è davvero goloso ed invitante. Vale anche per me il proverbio: chi tardi arriva…o sono sempre in tempo per assaggiare le tue bavette?

    Bacioni e buona settimana

    Giovanna

  8. Mi ci rivedo tanto nella storia della raccolta del finocchietto. Rimandando rimandando rimani senza, bisogna avere sempre busta e forbici dentro la birsa, non si sa mai. Un bacio immenso, caro pulcino.

  9. Pensa che io dal vivaio avevo trovato gli ultimi due vasetti, il tempo di fare un risotto… già l'indomani non c'era più traccia in quei vasetti 🙁 altro che pollice verde 😀 Mi piacciono un sacco i primi a base di pesce, con le triglie è favoloso! Buona settimana anche a te, baci

  10. Adoro le triglie…sono tra i pesci in assoluto più saporiti e più piccoli sono meglio è! Usati nella pasta sono fantastici. Una volta mio marito, che quando si mette al fornello è un diavolo tentatore, ha preparato degli spaghetti con triglie caramellate stupefacenti! Non li ha più rifatti perchè dice che Paganini non ripete, ma io me li sogno la notte. Anche il tuo piatto adula l'agro-dolce e a me questi abbinamenti mi piacciono assai assai. PS (si quei fiorellini fanno l'occhiolino proprio a te!).
    Un bacione (foto in arrivo!).
    Pat

  11. scommetto che la tua pasta era comunque deliziosa.. proverò, magari con un altro pesce, le triglie le evito (per i motivi da te citati e perché al super trovo solo quelle pescate nel Pacifico!)

  12. Beh…però adesso non lasciarti scappare i semini! I fiori gialli lasceranno il posto a degli ombrellini pieni di profumatissimi semi che potrai anche piantare e avere il tuo finocchietto personale! 😀
    Che bella la pasta! ma non credo di avere la pazienza necessaria alla pulitura del pesce 🙂

  13. fortunella nella sfortuna, il piatto e' veramente invitante anche se il finocchietto alle bahamas la vedo dura trovarlo.

    un abbraccio tesoro

  14. Ma che meraviglia questa ricetta… dobbiamo dunque ringraziare l'altro ciglio della strada? Quello che ha ospitato la piantina superstite! Anche io fatico seeeempre a trovare il finocchietto, già, maledetto finocchietto: se ho il salmone fresco (olè) mi manca il finocchietto e se lo trovo, manca il salmone fresco… una telenovela infinita 🙂

    A prestissimo
    Mari

  15. Non male il risvolto la piantina superstite 😉 Mi piacciono questi piatti di pasta un po' rustici e dai sapori decisi… con le sarde, poi, che hanno la giusta salinità la pasta è sempre ottima!
    Bella ricettina, bella variante. Complimenti come al solito carissima!
    Un bacione, buona giornata! ^^

  16. Fede le tue foto diventano ogni giorno più belle,è da tanto che lo penso e non te l'ho mai detto!
    Il piatto che hai preparato è estivo,adattissimo a questo periodo bollente…e adesso vado dalle reginelle…:P

  17. Ma cara, le capocchie ingiallite si raccolgono, sono i semi di finocchietto e si usano per pane, arrosti e pesce! In ogni caso almeno una piantina fresca te la sei aggiudicata e hai potuto realizzare questo piattino appetitoso, mi hai dato un'ottima idea!

  18. mai rimandare a domani la raccolta di finocchietto selvatico che puoi fare oggi: io me lo sognoooo!! lo voglio pure io!!!! bello sto piatto, anzi bellissimo!!! Un bacioneeeee!

  19. bhe dai…il lieto fine c'e' stato comunque! Anche io adoro il finocchietto… non so, trovo che dia un tocco speciale ai piatti!
    Che bella questa ricetta!
    Un abbraccio
    Paola

  20. Incontra pienamente i miei gusti, e quanto a finocchietto, non solo me lo sono procurato (che dove vivo io non esiste) ma l'ho anche surgelato, che non sarà il massimo, ma meglio di niente.

  21. Il finocchietto è un ingredienti feticcio anche per me: più non riesco a trovarlo e più ne sento la mancanza …..
    Mi paice l'idea di introdurre il terzo incomodo (zafferano) nel connubio pesce-finocchieto 😀

  22. ahahahahahahaha che fortuna dai.. almeno 1 che asp'ettava di essere colta di piantina c'era ancora!!!! buonissima questa pasta… smack cara.. son tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

  23. è sempre così.. pensi di cucinare un piatto con un certo ingrediente che hai sempre avuto sotto mano e quando decidi di metterti all'opera puff! sparisce.. deve essere una delle leggi di Murphy! 🙂

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