Occhi di Santa Lucia. Tutto il buono della semplicità

Conosci gli “occhi di Santa Lucia”?

Io li ho scoperti solo recentemente e mi piace l’idea di condividerli oggi qui con te e annotarli su queste pagine.
Trovo infatti che sia sempre bello mantenere vive le ricette della nostra tradizione e fare in modo che non vadano perdute. Non trovi?

Gli “occhi di Santa Lucia” sono dei piccoli tarallini glassati tipici della Puglia, in particolare della città di Bari, preparati a Dicembre durante tutto il periodo delle feste natalizie, a partire dal 13 del mese, giorno in cui appunto si festeggia la Santa, patrona della vista.

La forma di questi dolcetti non nasce per caso ma devi sapere che questi piccoli tarallini dolci, nella loro estrema semplicità, hanno tanto da raccontare.
Infatti, nome e forma degli “occhi di Santa Lucia” prendono spunto dalla piccola “porta di casa” di un mollusco diffuso in tutto il Mediterraneo, chiamato Astrea rugosa.
Questo piccolo mollusco, oltre ad avere una conchiglia, secerne un opercolo calcareo, dalla forma a spirale, che utilizza come “porta di casa”. Ciò gli permette di isolarsi e proteggersi dall’esterno quando si ritira all’interno della conchiglia.
Il piccolo opercolo, dalle sfumature arancio-rossicce, si stacca alla morte del mollusco, finendo in balia delle correnti marine e arrivando, sovente, sulle nostre spiagge.
Proprio per la sua somiglianza a un “occhio”, il piccolo opercolo viene associato a Santa Lucia, protettrice della vista, e trovarlo su una spiaggia o impigliato in una rete da pesca, è considerato segno di buona fortuna.
I tarallini glassati devono proprio a questa pietra il loro nome, in riferimento alla piccola spirale che caratterizza l’opercolo.

Gli “occhi di Santa Lucia”, nel rispetto della tradizione contadina, sono realizzati con pochissimi ingredienti: solo farina, olio e vino bianco. Hanno quindi un gusto assolutamente neutro prima di essere ricoperti da un generoso velo di glassa a base di acqua e zucchero a velo che prende il nome di sclepp.

Come per tutte le ricette all’apparenza “semplici e banali”, i particolari fanno più che mai la differenza.
Indispensabile l’uso di ingredienti di qualità (olio extra vergine d’oliva delicato e vino bianco) e una grande attenzione al tempo di cottura, pena il rischio di trovarsi con dei tarallini assai duri.

Scopriamo allora insieme su Dolcidee come preparare al meglio gli “occhi di santa Lucia”.
Ti aspetto di là con la ricetta step-by-step 😉

Un abbraccio, alla prossima…

 

Post #incollaborazioneconcameo

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14 commenti

  1. Cara Federica, io ti seguo sempre e è perché trovo sempre cose dolci e sai a me piacciono tanto!!!
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

  2. Assolutamente sì: far rivivere le ricette della tradizione. Durante il periodo di Natante mia madre spesso aspetta che io scenda per fare insieme i dolci degna tradizione natalizia. È un enti magico. Questo biscotti più hanno gli ingredienti semplici della tradizione che ritrovo anche in quella abruzzese. Mi piacciono tantissimo. Grazie Fede!

  3. Anche se sono napoletana, i dolci del sud li conosco – quasi – tutti. In questi giorni i dolci e le ricette della tradizione le amo ancor di più. Un abbraccio

    • mi credi se ti confesso che quella piccola slitta l’ho comprata apposta? vederla, innamorarmene all’istante e immaginarci i tarallini dentro è stato un tutt’uno 😀 un bacio e buona giornata a te

  4. Non conoscevo questi tarallini dolci, sono molto invitanti. Da me Santa Lucia è una festa importantissima e si festeggia invece con i “biscotti de Santa Lussia” che sono delle semplici pastafrolle.

  5. Quest’anno per la prima volta ho fatto i lussekatter..ora mi toccherà provare anche questi 😛 L’aspetto è delizioso, corro a leggermi la ricetta! Buona giornata Fede!

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